Dopo gli attacchi missilistici in Polonia, timore di combattere: ma quali truppe italiane sul fronte per una guerra Russia-Nato?
Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che i missili che hanno colpito il villaggio di Przewodov, in Polonia, molto probabilmente sono “un messaggio” della Russia all’Occidente. L’ipotesi più probabile invece, come ha annunciato il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, a causare l’incidente siano stati i resti di razzi di Kiev. A prescindere da chi abbia la colpa, si teme una nuova guerra tra Russia e Nato.
Possibile entrata in guerra
Un’altra questione che è stata sollevata riguarda l’articolo 5 del Trattato della Nato, che se attivato comporta l’ingresso in guerra dell’intera Alleanza a sostegno dell’integrità di uno o più dei suoi membri. Quindi anche l’Italia avrebbe un ruolo di primo piano.
Lo schieramento italiano ha soprattutto una grande forza per la Nato, con truppe di terra, sistemi di difesa aerea e forze navali predisposti al confine con Ucraina, Russia, Bielorussia e Moldavia. Il nostro esercito a inizio 2022 contava circa 10mila effettivi, ma dopo la guerra in Ucraina il numero di soldati e mezzi è cresciuto fino ad arrivare a oltre 40mila militari.
Formazione dell’esercito italiano
Il fianco orientale della Nato è composto da otto gruppi tattici dislocati in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. L’Italia ha il comando del gruppo tattico in Bulgaria, con circa 1.100 truppe provenienti anche da Bulgaria, Grecia e Stati Uniti. Di queste, 800 truppe sono italiane e la guida del contingente è stata affidata all’82esimo Reggimento di fanteria “Torino”, comandato dal colonnello Francesco Alaimo.
Il nostro esercito è presente anche in Lituania, dove sono stanziate circa 250 truppe italiane, e in Ungheria, anche qui con circa 250 truppe. Inoltre, l’Italia ha messo a disposizione 8 aerei da combattimento Typhoon e un centinaio di militari dell’Aeronautica. I gruppi tattici, dunque, sono i primi battaglioni pronti a intervenire nel caso la Nato dovesse attivare l’articolo 5 contro la Russia. Si aggiungerebbe anche la fregata “Margottini”, nave della Marina militare italiana con circa 200 effettivi.
Nel complesso le forze italiane che sarebbero coinvolte nel conflitto con Mosca sarebbero circa 1.700 unità. Ma si tratta di una quota che verrebbe rapidamente integrata da altre truppe. L’unica volta che la Nato ha fatto ricorso all’articolo 5 è stato all’indomani dell’attacco terroristico agli Stati Uniti dell’11 settembre 2001: la successiva guerra in Afghanistan vide impegnati in una prima fase soprattutto Usa e Regno Unito, con l’Italia che ha inviato in un secondo momento poco più di 2.200 militari.